Come si corre bene In Punta di Sellino!
Il fenomeno Sara Casasola e la conferma di Rebecca Gariboldi. Quanto sono brave queste ragazze!
Sara Casasola, una promessa che è già realtà
Sara Casasola sul tracciato di Vermiglio. Credits Michele Mondini
C'è una ragazza, classe 1999, che è l'astro nascente del ciclocross. Si chiama Sara Casasola, è friulana di Maiano in provincia di Udine, e quest'anno ha conquistato il bronzo ai campionati europei, affacciandosi fra le grandi della specialità.
Sara è uno scricciolo, fisico da grimpeur, leggera e tosta. Si trova a proprio agio nei percorsi duri, con salite e dove c'è anche da correre. Pedala con intelligenza, fa gare di recupero, non brucia tutte le proprie energie negli avvii. Di lei non si sa ancora molto, mostra sorrisi e profili sorridenti su Instagram, l'impegno in gara, gli abbracci con le amiche e il suo moroso.
Studia matematica e a breve dovrebbe laurearsi, poi vorrebbe continuare la propria carriera universitaria per approdare al titolo magistrale. E allo studio vorrebbe dedicare più tempo. Oltre ad affermarsi nel ciclocross corre anche su strada e quest'anno gareggerà con una squadra britannica, la Team Hess.
La stagione 2023/2024, la terza da élite, per Sara, è stata una vera e propria esplosione. Per lei si è trattato di una crescita costante: penalizzata nel passato da qualche infortunio, ora sembra essere approdata a una nuova dimensione, competitiva anche a livello internazionale, capace di competere con le più forti del panorama ciclocrossistico internazionale. Dove potrà arrivare questa simpatica ragazza? Lo scopriremo nelle prossime gare.
Gariboldi, la maglia rosa della Brianza
Rebecca Gariboldi nella gara di Brugherio. Credits Angelo De Lorenzi
Di un'altra ciclocrossista vogliamo parlare. Rebecca Gariboldi da Lissone, Brianza, ha conquistato per la seconda volta il Giro d'Italia di ciclocross.
Dopo un avvio lento di stagione è cresciuta fino a risultare competitiva e a vincere in diverse gare. L'ultima affermazione à stata al ciclocross di Vittorio Veneto, la gara quest'anno dedicata a Renato Longo, il campionissimo vittoriese, scomparso nel mese di giugno. Rebecca è una brianzola a tutto tondo, classe 1996, è nata a Monza e corre per il Team Cingolani.
Nel 2022 si era laureata con una tesi che ruota proprio attorno al mondo del ciclismo concludendo il Corso di Laurea in Marketing e Mercati Globali all’Università di Milano-Bicocca con una tesi dal titolo “Mobilità sostenibile: il successo di Specialized, azienda leader nel settore biciclette”.
Sante Gaiardoni, l’ultimo surplace è nel Paradiso
Sante Gaiardoni, in questa foto, è il quarto da sinistra.
Si è spento a novembre un grande del ciclismo, Sante Gaiardoni, che vinse due medaglie ai Giochi di Roma nel 1960. Leggendarie sono state le sue sfide al Vigorelli con Antonio Maspes.
Le foto delle sue vittorie, i ritagli dei giornali distesi sul tavolo del soggiorno di casa. Tanti ricordi da condividere con chi andava a trovarlo.
Sante Gaiardoni era così, un uomo semplice che amava parlare di sé, con umiltà, come se il fatto di essere stato l’unico ciclista italiano a vincere due medaglie ai Giochi di Roma, in fondo, contasse ben poco. Invece ha contato tantissimo e ha dato lustro a una carriera ricca di soddisfazione che si alimentò anche grazie alle sfide con Antonio Maspes. Con la scomparsa di Sante Gaiardoni, classe 1939, se ne va un pezzo importantissimo della storia del ciclismo, non solo italiano. Veneto, originario di Villafranca di Verona, aveva iniziato la sua carriera nel tandem, specialità nella quale conquistò il titolo italiano nel 1957 e nel 1958. Dopo il successo olimpico era poi passato al professionismo, dando vita a una lunga rivalità con il fuoriclasse Antonio Maspes. Gaiardoni si era poi ritirato nel 1971.
A Roma, dei quattro ori conquistati dagli italiani, Gaiardoni ne vinse due, la velocità e il Chilometro, i più spettacolari. Sante Gaiardoni duellava in pista con Antonio Maspes, milanese doc, che era più vecchio di sette anni, classe 1932 (è morto nel 2000): loro sono stati in pista quello che Coppi e Bartali furono su strada. Le tifoserie si dividevano e si spellavano le mani per l’uno o per l’altro. Erano i re della velocità e del surplace, la tecnica sopraffina di rallentare per far passare l’avversario e poi infilzarlo sul traguardo.
Quando arrivò a Milano per imparare a fare il corridore era spaesato perché veniva dalla campagna e non conosceva nessuno, tranne un cugino che lavorava alla polizia stradale in piazza Prealpi. E all’inizio dormì in caserma perché non sapeva dove andare. Nei primi giorni di permanenza a Milano lo portarono al Velodromo Vigorelli di via Arona, considerato la “Scala” del ciclismo. All’inizio aveva paura con i ripidi curvoni della pista milanese, poi prese confidenza e incontrò molti corridori, fra i quali Marino Vigna del quale divenne presto amico. A gareggiare in pista lo portarono quasi di forza i dirigenti della federazione. Lo ricorda nella testimonianza raccolta nel libro Vigorelli e altre storie: “Nel 1960 c’erano le Olimpiadi di Roma, e la federazione cominciò a boicottare la mia attività su strada perché voleva che corressi in pista. Un ricco palmarès, quello di Gaiardoni: oltre alle medaglie olimpiche conquistate nella Capitale, si aggiudicò il titolo mondiale di velocità nel 1963. Ritiratosi dall’attività, aprì un negozio di biciclette al Giambellino, che divenne presto un ritrovo per gli appassionati di ciclismo. Tentò anche la carriera politica, candidandosi a sindaco di Milano con una propria lista nel maggio 2006.
Le esequie sono state celebrate sabato 2 dicembre alle ore 15 a Motta Visconti, il paese alle porte di Milano dove Gaiardoni viveva da anni, dopo la scomparsa nel 2020 della moglie Elsa Quarta, una nota cantante melodica sposata nei primi anni 1960, conosciuta, tramite il collega cantante milanese Luciano Tajoli, durante una tournée in Australia.
In Punta di Sellino
Era un sogno, un progetto, forse una pazzia. Oggi è una realtà. In Punta di Sellino ha un anno di vita, è un canale, si legge on line, si sfoglia in rete e si legge sulla carta, come ai vecchi tempi. E' anche una newsletter e sono begli incontri, in presenza, dal vivo. Viaggiamo sulle oltre 43 mila visualizzazioni. Archiviati il numero 0 dedicato al Giro d'Italia e il primo numero uscito in ottobre, stiamo per licenziare il fascicolo di dicembre dedicato al 2024: troverete interviste, ritratti, proposte di itinerari, recensioni di libri e presentazioni di bici.
Qui se volete sfogliare l’ultimo numero In punta di Sellino.
A cura di Angelo De Lorenzi
Per informazioni e contatti: inpuntadisellino@gmail.com