Le Strade Bianche, le maglie di Bartali e i ciclisti di Giovanni Testori
Lo scrittore di Novate, di cui ricorre il Centenario della nascita, è il filo invisibile che unisce alcune storie di questa settimana
In punta di sellino - una newsletter sul mondo della bici
N. 1 - 5 marzo 2023
Le Strade Bianche, la gara svoltasi sabato 4 marzo fra le colline senesi, è stato uno dei primi importanti verdetti agonistici della stagione su strada. L’inglese Thomas Pidcock ha dato la paga a tutti gli avversari. Dalla polvere e dai sentieri toscani esce con le ossa rotte soprattutto Mathieu Van Der Poel, che si è spremuto come un limone nella stagione ciclocrossista e non è arrivato in condizione per una delle più importanti gare dell’anno. Pidcock, pur partecipando alle prove sull’erba, si è gestito meglio per sfoderare la sua grande classe anche su strada.
Le Strade Bianche sono solamente un assaggio di ciò che potremo vedere quest’anno con le tante sfide annunciate: c’è da tenere d’occhio, per esempio, il confronto fra Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard, in grande spolvero già nelle primissime gare del calendario, così come sarà curioso vedere come se la caveranno gli italiani, “orfani” di Nibali, che ha lasciato il gruppo per dedicarsi alla mountain bike. Ultima stagione per un altro protagonista della strada, Peter Sagan, anche lui intenzionato dedicarsi completamente alle ruote grasse.
Ritornando alla gara di sabato, vale la pena una “divagazione”, che riguarda Gino Bartali, l’indimenticabile campione, considerato anche uno dei padri fondatori della nostra patria, per meriti extrasportivi.
Le maglie restaurate di Gino Bartali
“Due maglie gialle, Tour de France 1938 e Tour de France 1948. E una maglia tricolore, Campionato italiano 1952. Tre maglie originali di Gino Bartali. Da Gino Bartali alla Chiesa di Santa Petronilla di Siena». I cimeli (ma sarebbe riduttivo chiamarli così) sono stati restaurati ed esposti nella Cappella di Santa Teresa di Gesù Bambino. Le maglie sono bandiere e memorie, reliquie e codici. Se sono appartenute a Gino Bartali scomodano la Storia. Marco Pastonesi racconta questa bellissima storia su Tuttobiciweb: « Ferragosto del 1935, quando Bartali aveva 19 anni e non aveva vinto ancora nulla, e a Vallombrosa conobbe don Bruno Franci, un prete appassionato di sport, ciclismo in particolare. Fra i due nacque una profonda amicizia, consolidata dalla fede, ma irrobustita anche dalla frequentazione: quando Gino passava per la città, cercava un incontro o almeno un saluto con don Franci, e gli incontri si moltiplicavano quando Gino si recava nel suo villino a Vico Alto, a nord di Siena (ora Siena nord). E nel 1938 dopo la prima vittoria al Tour, nel 1948 dopo la seconda (a dieci anni di distanza, un primato ancora imbattuto), e nel 1952 dopo il terzo titolo italiano, Gino regalò le sue maglie come per sdebitarsi di tanto privilegio e condividere tanta felicità. Pare che cittadini e parrocchiani abbiano festeggiato gli appuntamenti con spontanee processioni cicloreligiose».
Le maglie rischiavano di rovinarsi, mangiate dai tarli e dalla polvere. Un gruppo di appassionati ha provveduto a salvarle. Citiamo e ringraziamo in ordine sparso: Gabriele Maccianti, Benedetto Bargagli, Petrucci, Opera Laboratori e Giancarlo Brocci. E grazie anche a Marco Pastonesi per aver fatto conoscere la vicenda.
Le Strade Bianche di Giancarlo Brocci
Riprendiamo da Giancarlo Brocci. Lo scorso 4 marzo ha compiuto gli anni (69 e non sentirli, dice lui); merita una citazione perché è l’inventore delle Strade Bianche. La gara è ormai una classica; moderna, ma dal sapore antico. La manifestazione nasce da una sua idea. Un giorno si presentò nella redazione di Bicisport per lanciare l’iniziativa di una corsa ciclistica sulle strade non asfaltate della provincia di Siena. Fu un’ottima idea.
La gara nacque nel 2007. La prima edizione si svolse in ottobre, la vinse Kolobnev, che poche settimane prima giunse secondo al mondiale, dietro Bettini. L’intuizione di Brocci divenne una gara organizzata da Rcs. Fu un attimo per capire che poteva aspirare a diventare una classica. La competizione propone lunghi tratti su strada sterrata e spezzoni polverosi ed è un mix fra una gara di ciclocross e una Parigi-Roubaix. Salite secche e impegnative.
L’albo d’oro è firmato da campioni: Fabian Cancellara, Julian Alaphilippe, Mathieu Van Der Poel e Tadej Pogačar. La gara esalta la bellezza di Siena e delle sue terre. E se non ci fosse stato un Brocci, occorreva inventarlo!
Giovan Battista Baronchelli: campione o non campione? Questo è il dilemma
Per i cultori del ciclismo anni ‘70 e ‘80 suggerisco di seguire gli incontri, le reunion, le cene assieme a Giovan Battista Baronchelli, che continua ostinatamente a dire di non essere stato un campione. Mica vero. Ha raccontato la sua storia anche a Brocci (sempre lui!), ospite nella sua trasmissione, l’Eroica, a Bike Channel. Su Facebook il toscano condensa così: «Ai 20 anni Baronchelli si presentò, rimasto unico nella storia, vincendo Giro e Tour dilettanti. Atteso tra i pro, nella Scic di chioccia Bitossi, rischiò seriamente di far saltare un banco che Merckx sparecchiava da anni, dominando da Cannibale. GB perse per 12", recupero mirabile del belga agli ultimi 500 metri delle Tre Cime di Lavaredo. Poi la serie delle ansie, le attese disattese, il peso della responsabilità su un cuore fortissimo e tenero ed un fisico extra strong, da 185 cm per 74 kg».
I ciclisti di Giovanni Testori
Il 12 maggio di 100 anni fa nasceva Giovanni Testori, intellettuale fuori dagli schemi, protagonista della scena culturale e sociale con la sua vastissima e appassionata attività. Lo scrittore lombardo ha toccato diversi ambiti creativi, dal teatro alla storia dell’arte, dal giornalismo alla critica e alla poesia.
Alla sua vita artistica, che ancora oggi rappresenta fonte di ispirazione e occasione di studio, è dedicato il “Centenario Giovanni Testori” uno speciale palinsesto di eventi, pubblicazioni e studi che si svolgerà a Milano e in altre nove città in Italia, a partire dall’apertura della mostra Fotoromanzo Testori – sino al 15 dicembre 2024, sino al convegno milanese a lui dedicato. Lo scrittore, fra le tante cose, si appassionò anche del ciclismo, dei suoi personaggi sanguigni e popolari.
L’esordio di Giovanni Testori avvenne con un’opera, Il dio di Roserio, che ha come protagonista indiscusso il nostro sport, i ciclisti, i corridori, i campioni e i gregari. Lo scrittore nella sua opera prima, un romanzo o se preferite un racconto lungo, parla del Consonni, ciclista dilettante, che durante una gara cade sull’asfalto, si spacca la testa e rimane lì, quasi morto, stupido per sempre. Era il gregario del Dante Pessina, il campione di una piccola società ciclistica – la Vigor – destinato a un luminoso avvenire. Ma la gloria della ribalta nazionale viene conquistata a prezzo di dover nascondere per sempre un misfatto perpetrato nei confronti del suo gregario che nessuno, a parte lui, potrà mai rivelare.
In programma a teatro
22 luglio 2023
Il dio di Roserio con Maurizio Donadoni
Adattamento di Maurizio Donadoni e Valerio Binasco
Serata inaugurale di Zelbio Cult a Zelbio (Como), Teatro comunale
Il popolo della bicicletta vuole la ciclabile sul ponte della Ghisolfa
A Milano 400 persone si sono messe con la loro bicicletta sul ponte della Ghisolfa per realizzare una ciclabile umana bloccando la parte della corsia per le auto più vicina al marciapiede. Si è trattato di una manifestazione simbolica per far vedere come si può fare e chiedere a sindaco e assessora competente, Arianna Censi, di intervenire subito, in attesa dei cantieri dei lavori, disegnando una corsia ciclabile, come fatto sabato 4 marzo nel pomeriggio umanamente rovesciando sulla strada le bici in fila indiana e tracciando la corsia con una linea continua gialla e mettendo dei segnali stradali che la indicano. Si è trattato della decima mobilitazione di “ProteggiMi”. Il ponte della Ghisolfa è piuttosto trafficato, vi passano auto, ma anche migliaia di ciclisti, persone in monopattino e pedoni.
I cittadini hanno partecipato con i comitati “Non vediamo l’ora”, “Sai che puoi”, Genitori Antismog, Massa Marmocchi Milano, Fiab Milano, Ciclobby So.De. Social Delivery, Rob de Matt, Radio 20158, Shareradio, Cargo Flotta e Anpi Dergano.
A margine della nota di cronaca, ricordiamo che Il ponte della Ghisolfa è anche una raccolta di diciannove racconti pubblicata da Giovanni Testori nel 1958; essa fa parte di un disegno più ampio, una sorta di “commedia umana” dal titolo I segreti di Milano, dove è rappresentato “il mondo della periferia milanese, popolato di poveri diavoli che tirano la carretta in fabbrica o a bottega ma anche di sfaccendati pronti a tutto, di prostitute e ragazzi di vita, di aspiranti campioni sportivi. Lo straordinario racconto di una Milano ormai scomparsa, il libro da cui Luchino Visconti trasse diretta ispirazione per il film Rocco e i suoi fratelli.
Libri e letture
Se volete leggere di Gino Bartali, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Visto che in questo secondo numero della Newsletter abbiamo parlato di Giancarlo Brocci – bartaliano di ferro - allora suggerisco il suo Gino Bartali, l’ultimo eroico pubblicato da Minerva Edizioni. Con un taglio anche attento alla dimensione religiosa: Gino Bartali, un “santo” in bicicletta, edito da Mimep Docete e scritto da me medesimo.
Appuntamenti
Emoving Days, dal 31 marzo al 2 aprile presso Citylife a Milano
Fiera del Cicloturismo, 1- 2 aprile a Bologna
Garda Bike Festival, 28 aprile- 1 maggio a Riva del Garda
Ecomob Expo City dal 12 al 14 maggio a Pescara
BikeUP dal 15 al 16 aprile a Bergamo e dal 5 al 7 maggio a Torino
Italian Bike Festival dal 15 al 17 settembre a Misano
Eicma dal 7 al 12 novembre a Milano
Chi sono?
Mi chiamo Angelo De Lorenzi, sono giornalista e scrittore, e coordino il progetto In punta di sellino.
Puoi scrivermi a questo indirizzo: inpuntadisellino@gmail.com